Salonicco 1943

Agonia e morte della Gerusalemme dei Balcani

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A dispetto del tempo che scorre e degli uomini che dimenticano, per una parte degli abitanti di Salonicco quel villino di inizio Novecento, dallo stile marcatamente neobarocco, l’hanno continuato a chiamare Oikía Salém: la casa di Emma- nouíl Rafaíl Salém, il facoltoso avvocato tessalonicese di origini ebraiche che, nel 1907, ne affidò la costruzione a Xenofón Paionídis, uno dei più famosi architetti del suo tempo. Per gli autisti della Oasth, l’azienda di trasporto urbano di Salonicco, che dalle cinque di mattina a mezzanotte passata attraversano Leoforos Vassilissis Olgas, la fermata in prossimità del civico contrassegnato dal numero 20 è, da quarant’anni, Palió italikó proxeneío: il vecchio consolato italiano, che sul finire degli anni Settanta traslocò in una più modesta dimora. Della sontuosa casa di Salém e di quel lembo d’Italia in terra di Macedonia, carico di storia e di ricordi, oltre al toponimo sopravvive solo un giardino invaso da arbusti ed erbacce e una vecchia palazzina con le persiane semidivelte, le ringhiere corrose dalla ruggine e gli intonaci scoloriti e cadenti, che solo una fervida immaginazione può associare a quel gioiellino di architettura eclettica che, per decenni, è comunque stato. Un immobile talmente fatiscente che, nell’ottobre 2013, Ryan Murphy e Brad Falchuk, i produttori di una fortunata miniserie televisiva statunitense del genere horror, scelsero come immagine per la locandina che pubblicizzava gli episodi di “Coven”.

(dalla prefazione di Nico Pirozzi)

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Titolo Salonicco 1943
Sottotitolo Agonia e morte della Gerusalemme dei Balcani
Autore Nico Pirozzi
ISBN 9788831995078
Editore Edizioni dell'Ippogrifo
Pagine/durata 232
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