Gli strumenti scientifici e la scienza

I saggi di storia della strumentazione scientifica presentati nel libro illustrano alcuni casi storici significativi nell’evoluzione storica del processo di controllo empirico delle teorie. La relazione fra le teorie scientifiche e i metodi per il loro “controllo strumentale” rappresenta un problema che si è presentato in modo diverso nel corso dell’evoluzione storica della scienza, in particolare della fisica. Mentre i contributi tradizionali alla storia della strumentazione hanno spesso offerto un’immagine schematica dell’intervento strumentale, presentandolo come un processo esterno alla teoria stessa, sia nella fase di elaborazione che in quella di controllo, rispondente in definitiva all’idea di un confronto diretto fra leggi e dati puramente fattuali, questo schema, prevalentemente accettato nella ricerca fisica ottocentesca, fu criticato da scienziati e filosofi e dai grandi fisici precursori della scienza novecentesca, fra i quali spiccano i nomi di Maxwell, Helmholtz, Hertz, e Boltzmann. Maggiori dubbi sulla validità dello schema del confronto fattuale seguirono all’avvento delle teorie relativistiche e della meccanica quantistica, in specie per quanto riguarda la teoria della misura. Attraverso un’analisi storico-critica dell’impiego degli strumenti scientifici, a partire da Galileo sino alle moderne teorie quantistiche, questa ricerca si propone quindi di porre in evidenza i condizionamenti strumentali sulle formulazioni delle teorie scientifiche. Come contributo alla formazione di un cultura scientifica non convenzionale il libro può essere utile ai docenti di Fisica nella scuola e nell’università, ai curatori di un Museo Scientifico e di Storia della Scienza e, più in generale, agli operatori culturali interessati alla diffusione della conoscenza scientifica.