L’INSIGNE ABBAZIA DI SAN GIOVANNI IN LAMIS

In questo primo volume del mio lavoro, dedicato alla questione fondamentale delle origini del monastero garganico di San Giovanni in Lamis e del casale di San Marco in Lamis, suo feudo, mi si è inserita, non prevista, la questione seguita tuttora anche da studiosi ragguardevoli circa i rapporti dei Longobardi col Santuario Garganico di San Michele Arcangelo, i quali, si usa dire oggi, devoti di San Michele, per raggiungere il Santuario, seguivano proprio l’attuale tratto di strada proveniente da San Severo per San Marco in Lamis, con sosta poi all’attuale convento di San Matteo, antico ospizio, costruito, come pur si afferma, addirittura dagli stessi Longobardi, per raggiungere poi, proseguendo per San Giovanni Rotondo e la contrada Pantano, la montagna dell’Arcangelo. Tutto un vero falso storico, che - messa da parte l’invenzione moderna dei longobardisti di un’asserita ‘Via Sacra Langobardorum”, giammai esistita - mi ha obbligato non solo a individuare e mettere in evidenza il vero percorso dei pellegrini per raggiungere il Santuario garganico: la “Via Francesaca”, ma, soprattutto, a rilevare la vera posizione dottrinale e pratica dei Longobardi, in parte ariani ed in parte pagani, circa la dottrina degli Angeli, in genere, ed, in specie, dello stesso San Michele, venerato nel Santuario Garganico, da essi Longobardi piuttosto occupato e devastato. Ovviamente, eccettuato quanto può riferirsi alla dottrina cattolica, per la quale esprimo la mia piena sottomissione ed ubbidienza più assoluta all’Autorità ecclesiastica, in tutto questo lavoro ho espresso soltanto delle mie convinzioni personali su questioni di fatto sulla base delle ricerche da me effettuate. Liberissimo, pertanto, il cortese lettore di contraddirmi, però, messe da parte le favole e gli scritti apocrifi e relativi commenti, solo con documenti e fatti certi, allo scopo unico della conoscenza della verità storica