PASSIONISTI A MANDURIA

Questa pubblicazione, raccoglie documenti inediti sulla presenza dei Passionisti a Manduria. Anche con l’apporto dei documenti civili di questa ricerca rimane ancora provvisorio il motivo della destinazione dei 24 Passionisti nel Salento. Le autorità locali si interrogavano sul perché della presenza dei religiosi passionisti nel Sud e sul perché della loro incompatibilità con i luoghi in cui dimoravano e temevano che fossero motivi di ordine pubblico a renderli ugualmente indesiderabili altrove. Per noi appare semplice attribuire alla politica liberale la motivazione dell’allontanamento dei religiosi dalla loro dimora di Isola del Gran Sasso. Resta però da chiarire meglio perché fu scelto il Sud per una tale destinazione. Avremo bisogno, per chiarirlo, di qualche altra documentazione. Per quanto spetta all’atteggiamento vessatorio della politica liberale post-unitaria, anche nei riguardi dei Passionisti, più che meravigliarci, giacché era abitudine dei governi attuarla, ci pare più pertinente chiederci a chi è giovato attuare un metodo di sospetto e di accuse, rimasto probabilmente nell’ambito della sola corrispondenza degli uffici competenti, senza alcuna incidenza, a quanto ci risulta, sulla vita delle comunità di Manduria e di Sava. La nuova documentazione esaminata è servita a chiarire, dal punto di osservazione strettamente laico e ostile, le qualità del carisma dell’istituto dei Passionisti e il forte influsso esercitato dalla loro itineranza missionaria sulla riforma dei costumi e della religiosità, non in contrasto, ma elemento di sostegno della pastorale ordinaria del clero locale. Tuttavia, quella dei Passionisti, è da ritenersi una forza dirompente in una società dove il liberalismo e altre forze politico-culturali continuavano a dissuadere dal persistere negli atti di religione e di morale e la pastorale ordinaria non riusciva più ad arginare efficacemente.