Abu Nuwas
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Abu Nuwas

Uno studio sulla letteratura araba della prima epoca abbaside

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È un poderoso saggio su uno dei maggiori lirici della letteratura araba classica (VIII-IX sec. d.C.), con molti esempi tradotti. Questo il giudizio di Francesco Gabrieli, massimo arabista italiano: … Giudicando col nostro umano giudizio, possiamo concludere questo rapido esame dell’opera del «maggior lirico degli Arabi», temperando la assolutezza di quel primato, e insieme riconoscendo ad Abū Nuwās, per una parte dell’opera sua, un alto luogo nel Parnaso della poesia medievale «in arabo». Falsamente arcaizzante e routinier nella parte ufficiale del Divano, shu‘ūbita di gusti e preferenze intellettuali, egli emerge per la felice leggerezza e spontaneità con cui cantò le sue passioni di libertino, dando soprattutto al carme bacchico una autonomia, una vivacità e una tendenza alla «diretta mimesi» che esso non possedeva prima di lui, e che dopo di lui non ebbe se non per scoperta imitazione di questo modello. Giacché quali che siano i suoi «furti» (sariqāt) o imprestiti, su cui molto si indugiarono i critici a lui ostili, certo è che assai più egli dette ai posteri di quanto non prendesse dai predecessori, e tutta la poesia del piacere e del vino dopo di lui si muove anche troppo passivamente sul suo solco… Non si dà caccia senza il sagro occhi-pungenti, grifagno, quale lo sparvier che tutto scruta; l’occhio che mostra è privo ai bordi di ferita, né l’allevò una madre con del latte acquoso. Sul pianeggiante fondovalle non è nato: ma sull’impervia cima d’elevati monti. Ghermisce i lepri del deserto in ratta fuga su lor puntando da vertiginose altezze, con lunghi artigli quali attossicate picche e rostro adunco come il becco d’una mestola. L’un dietro l’altro corron quelli alla distesa: ma pur saranno preda all’agile invasore, focoso tanto ch’é il suo petto tutto chiazze e delle ali son le piume già più rade. Ha catturato, prima di cadere esausto, prima che sian le greggi indietro ricondotte, cinquanta prede, fra scannate e no, che paiono sacrificali offerte fatte un tempo agl’idoli.
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