Angeli, demoni e filosofi

L’abbazia di San Michele Arcangelo che si erge nel punto più alto di Montescaglioso, l’antico Mons Caveosus, esercita su chi la visita un fascino che va al di là del suo già notevole interesse storico-artistico: vi aleggia un’aura di mistero, austera e silenziosa, che invita il visitatore ad osservare con attenzione, a riflettere e a meditare. I capitelli dei due chiostri, con le loro enigmatiche figurazioni, sembrano celare arcani segreti e, in effetti, rivelano, ad un più attento esame, dei significati simbolici e, in particolare, delle evidenti allusioni alla Grande Opera alchemica: il che non deve destare meraviglia, visto che all’epoca il linguaggio ermetico era ampiamente diffuso e anche in considerazione del fatto che nell’abbazia era in funzione un laboratorio spagirico. Parimenti all’Alchimia, intesa sia come pratica operativa, sia come via di realizzazione spirituale, si riferiscono gli otto emblemi affrescati nella Biblioteca, elemento di raccordo tra le immagini degli antichi Filosofi, quelle delle Virtù e quelle ap- partenenti alla tradizione cristiana, tra le quali il posto d’onore è occupato dall’Arcangelo Michele, protagonista della battaglia cosmica tra la Luce e le Tenebre.