Canti, ballate e ipocondrie d’ammore

In una lingua tanto ibridata da bruciare ogni riferimento territoriale, il canto si leva a fil’e voce in coinvolgenti litanie d’amore per dispiegarsi in serenate e ballate che della ‘canzone napoletana’ conservano appena il ricordo, sovrastato da sentimenti impastati di umori corporei. Si delinea così un affresco in cui le passioni individuali diventano emozioni collettive e il canto assume le cadenze di un salmodiare mondano, con squarci improvvisi sulla realtà più autentica di una città sulla quale si soffermano letterati, poeti, artisti e fotografi. Un continuo corto-circuito che le video-ballate di Antonello Matarazzo, iperealistiche e visionarie allo stesso tempo, ampliano notevolmente, esaltando la componente teatrale di canzoni dove anche i tormenti di un ‘vibrione innamorato’ possono diventare metafora di un’ipocondria generale. Con la partecipazione, tra gli altri, di Peppe Servillo, Rocco Papaleo e Maria Pia De Vito, scritti di Emmanuele Curti, Andrea Satta e Gabriele Frasca, foto di paolo Soriani, Gigi Viglione e Salvatore Di Vilio.