Clexidre e i suoi mondi

Questo libro di Carmen Carlone ci parla, anche se lo fa con grande delicatezza, di temi importanti. Carmen è un’insegnante di scuola dell’infanzia, che da qualche anno ha scelto di lavorare anche nell’ambito della crescita personale. Possiede tutte le competenze, a ragione della sua grande esperienza che giornalmente mette in scena accogliendo e sostenendo i bambini che a lei vengono affidati, per parlarci indirettamente dei nostri inespressi bisogni di bambini rimasti attivi. Si è formata in diverse scuole professionali riconosciute dall’Associazione Assocounseling; così è divenuta Life Counselor Relazionale, e Consultant Coach. Queste esperienze di fatto, hanno definito la natura del suo primo lavoro letterario. Carmen ha sempre visto un libro, non solo come uno strumento per arrivare agli altri e poter comunicare, ma anche uno strumento che fornisce l’accoglienza necessaria per potersi godere la possibilità di fermarsi. È il lettore che decide se farlo e può scegliere, quanto sostare, durante la lettura e viversi le emozioni del momento. Come un rifugio in montagna. Così in questo suo lavoro, ci parla dei nostri bambini interiori e reali in quanto figli, e dei loro identici bisogni di essere accolti, ascoltati e abbracciati, bambini spesso inascoltati dagli adulti, poiché troppo occupati o preoccupati da molte apparenti priorità. Queste disattenzioni portano a produrre altri adulti che, nella loro percezione saranno anch’essi disattenti e impauriti e così saranno ancora di più, disattenti e incompleti, irrisolti e nella percezione del pericolo. Uno degli obiettivi che vuole raggiungere, attraverso il racconto di questo personaggio scelto Clexidre, è quello di portare l’attenzione verso noi stessi, cercando di essere meno critici e più tolleranti, meno sprezzanti e più incoraggianti, con noi e con gli altri. Clexidre attraverso alcuni frammenti della sua storia, ci presenta alcune tematiche: il perdono, l’accettazione, il giudizio, il qui e ora, il cuore. Un altro strumento, con la quale vuole coinvolgere il lettore sono le domande funzionali (“Come ti senti in questo istante?”- “Ti sei perdonato?”). Ma Carmen non solo, non si limita a questo, ci indica nel suo modo soave e amorevole, rivolgendosi ai lettori anche nel ruolo di genitori dei bambini e ragazzi, vuole far capire che un “errore” è solo un’opportunità, per guardare da altre prospettive la stessa difficoltà, e trovare nuove soluzioni. Attraverso le testimonianze che i clienti hanno voluto donarle, è stato possibile impreziosire questo lavoro, allo scopo di essere utili alla nostra evoluzione. Tiberio Faraci