Cortelazzara

«“Tanto più fantastica in quanto è veritiera” - così ebbe a definire la Relation de Naples un grande storico della Napoli borbonica, Harold Acton. E infatti è proprio così: chi si addentra nella lettura delle pagine fitte di descrizioni impietose, di osservazioni acute, di intuizioni psicologiche, lo avverte subito: questo di Giuseppe II, ventottenne imperatore e coreggente della madre Maria Teresa nei Paesi ereditari di casa Asburgo, non è un viaggio di piacere o di erudizione, e neanche una missione diplomatica volta a un ben definito scopo politico. È un viaggio psicologico all'interno di una coppia sovrana composta da due adolescenti che più diversi è difficile immaginare - e l'illustre viaggiatore non fa mistero delle sue finalità: “La Maestà Sua Imperiale ha mostrato di non gradire eccessivamente le passeggiate napoletane giacché a suo dire altro scopo non aveva il suo viaggio se non quello di rivedere la reale sorella, e conoscere il Re suo cognato”, questo può leggersi in una lettera da Roma, debitamente intercettata dalle autorità della Lombardia austriaca. Ciò nonostante l'imperiale viaggiatore non ha del tutto rinunciato alla visita della città partenopea se prima di partire ha consultato la guida dell’Abate Richard, trascrivendone tutti i passi relativi ai principali motivi di interesse che offriva la capitale borbonica...!» Dall’introduzione di Elisabeth Garms-Cornides