I Silenzi dell'Anima

'Il Profeta' appartiene a quell'esigua categoria di libri che non dipendono dall'azione dell'uomo, dall'intelligenza, dall'autore in quanto tale; al contrario, queste opere possono nascere solo quando l'autore non è presente, quando le si lasciano accadere, quando non ci si intromette sul loro cammino: l'autore è così rilassato da non interferire. Questo è uno di quei libri rarissimi. In esso non troverai Gibran, questa è la bellezza del libro. Gibran lasciò che l'universo fluisse attraverso di lui: egli è un semplice medium, un bambù cavo che non ostacola minimamente il suonatore di flauto. A mio avviso, questi sono i veri libri sacri: essi non hanno dato vita ad alcuna religione. Questi libri non vi forniscono alcun rituale, non vi danno alcuna disciplina, nessun comandamento. Vi permettono semplicemente di avere un'intuizione della stessa esperienza avuta dagli autori. L'intera esperienza non può essere espressa in parole, ma qualcosa… forse non l'intera rosa, ma alcuni petali… sono una prova sufficiente che la rosa esiste. Devi semplicemente aprire le tue finestre in modo tale che la brezza possa portarti quei petali. Essi sono di fatto un invito che giunge dall'ignoto; è Dio che ti chiama, affinché ti incammini per un lungo pellegrinaggio. E ricorda, se quel pellegrinaggio non viene intrapreso, vivrai una vita priva di significato; in qualche modo ti trascinerai, senza effettivamente vivere: nel tuo cuore non dimorerà alcuna risata.