I sorveglianti

Gli adulti corrompono i giovani? O sono i giovani a tentare alla corruzione gli adulti, per smania di riuscire, predisposti come sono già a vendersi? In un luogo ambiguo – collegio, reclusorio, e forse sanatorio –, assenti i Maestri (esistono ancora veri Maestri?), l’educazione dei sentimenti delle nuove generazioni è affidata ai “sorveglianti”, che la esercitano attraverso il ricatto del loro potere e gli abusi di questo potere. Si intreccia così tra il sorvegliante Ottavio e il giovane Federico un legame aberrante che ha per fine - o per pretesto - la relazione con la quindicenne Tea, ospite del vicino collegio femminile. Ottavio metterà in conflitto l’uno contro l’altro Federico e il suo rivale Marco, un ragazzo che gli è morbosamente succubo e che egli sacrificherà per ottenere la resa di Federico; e di cedimento in cedimento riuscirà a iniziare a proprio modo il giovane allievo alla vita. La partita è complicata dall’intrico irrisolto dei rapporti di Federico con la famiglia: con una madre e una sorella dai sentimenti leggeri, e soprattutto con lo spettro del padre morto che il figlio non può né approvare a causa della sua adesione al fascismo, né condannare sentendolo tradito in tutte le sue illusioni. Il sorvegliante Ottavio tenterà di approfittare di questo conflitto. Infine gli eventi precipitano nella tragedia. Ma il cinismo del collegio troverà uno scioglimento nel compromesso e nell’oblio. Romanzo di formazione, il libro disegna una metafora del nostro tempo, sempre più esposto alla prevaricazione degradante dei mediocri che detengono il potere e, per tutti, all’alternativa tra sconfitta e compromissione.