Il Rapporto sul Congo

di Roger Casement

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Roger David Casement (1864-1916) fu implacabile accusatore dei misfatti coloniali in Africa e Sud America. Nel dicembre del 1903 compilò Il Rapporto sul Congo del quale Fuorilinea (www.fuorilinea.it) pubblica, con questo volume, la prima traduzione in italiano. Incaricato dal Foreign Office di indagare sulle voci sempre più insistenti di atrocità perpetrate ai danni dei nativi, Casement trascurò ogni cautela diplomatica mettendo a nudo un sistema feroce di predazione e morte. Quattro anni prima Joseph Conrad aveva pubblicato Cuore di tenebra ambientato proprio in Congo. Nel 1890 lo scrittore di origine polacca aveva navigato per sei mesi sul fiume Congo e a Matadi aveva incontrato Casement. Per dieci giorni avevano condiviso una stanza e insieme avevano visitato i villaggi dei dintorni. Ricordando quei giorni e incontri avvenuti in seguito, Conrad scrisse: “Ve ne potrebbe dire di cose! Cose che ho cercato di dimenticare, cose che nemmeno sapevo! Ha trascorso in Africa tanti anni per quanti mesi ve ne ho passati io”. A partire dal 1914 Casement sposò l’indipendentismo irlandese ed entrò in contatto con il servizio segreto germanico per ottenere dallo stato tedesco una sorta di riconoscimento della futura nazione irlandese. Fu arrestato il 21 aprile 1916 nel tentativo di far sbarcare un carico d’armi da una nave tedesca. Processato per tradimento, spionaggio e sabotaggio fu impiccato nel penitenziario di Pentonville il 3 agosto 1916. È possibile che l’eponimo di ogni orrore, l’abominevole Mistah Kurtz descritto da Conrad in Cuore di tenebra e cinematograficamente trasposto da Francis Ford Coppola in Apocalypse Now, sia stato modellato sulla figura del criminale belga Guillaume van Kerckhoven, comandante della famigerata Force Publique, conosciuto dal Casement nel 1887. Costui gli aveva confidato, con tono ilare, di pagare la sua soldataglia al termine delle abituali rappresaglie sui nativi, 5 barrette d’ottone (¼ di franco belga) per ogni testa d’uomo che gli veniva mostrata. Alcuni storici propongono altri nomi quali quelli di Gerges Antoine Klein, Major Edmund Barttelot, Arthur Hodister, Leon Rom, tutti, come van Kerckhoven, oscuri funzionari dell'apparato di distruzione e annientamento costruito dal re Leopoldo II del Belgio. La pubblicazione del Congo Report suscitò nell’opinione pubblica un’ondata di indignazione senza precedenti e portò alla nascita della Congo Reform Association, la prima associazione del XX secolo in difesa dei diritti umani. La C.R.A. ebbe il sostegno di scrittori come Arthur Conan Doyle, Mark Twain e naturalmente Joseph Conrad. Dopo la cattura di Casement per tradimento, le autorità britanniche vollero distruggerne la reputazione facendo circolare copie dei suoi diari contenenti note scandalose sulle proprie attività e preferenze sessuali. Ancora oggi non è possibile stabilire, al di là di ogni ragionevole dubbio, se i cosiddetti black diaries siano autentici o siano un abile falso realizzato dai servizi segreti britannici. Il Rapporto sul Congo è un documento di eccezionale valore morale scritto da un uomo che con indomito coraggio compie un viaggio all’inferno per scoprire una verità agghiacciante: che nel cuore dell’Africa è iniziato un genocidio, il primo del XX secolo e che, purtroppo, sarà anche il primo a essere dimenticato. La pubblicazione di questo straordinario testo è l’occasione per riconsiderare una delle figure più controverse e contraddittorie del primo Novecento perché come sottolinea il Premio Nobel Mario Vargas Llosa, autore del Il sogno del Celta, "Casement è stato uno dei primi europei ad aver avuto una chiara coscienza di cosa fosse realmente il colonialismo". Un orribile sopruso, dirà poi Conrad.

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Titolo Il Rapporto sul Congo
Sottotitolo di Roger Casement
Autore Roger Casement - a cura di Mario Scotognella
ISBN 9788896551011
Editore Fuorilinea
Pagine/durata X
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