Insegnare a filosofare

La filosofia costituisce un “diritto di cittadinanza”? Perché insegnare la filosofia? La didattica della filosofia deve essere sganciata dalla riflessione filosofica? Quale può essere il ruolo critico-formativo della scuola nella società contemporanea? E quale funzione attribuire alla filosofia nella scuola del futuro? La filosofia contribuisce a diffondere la democrazia? A queste ed altre simili domande risponde questo volume che offre una riflessione concernente la didattica della filosofia inserita nel contesto della scuola italiana e del ruolo che la filosofia può svolgere nella società contemporanea e sulla funzione che deve essere attribuita alla scuola, reagendo alla sua crisi sempre più grave. In particolare nel testo si sostiene che la didattica della filosofia deve riuscire ad insegnare agli studenti a filosofare, vale a dire far libero uso critico dei talenti della loro ragione. In questa prospettiva l’insegnamento della filosofia non può più costituire appannaggio di una ristretta élite sociale, ma deve invece diventare patrimonio comune dell’intera nazione, perché solo un cittadino educato, per dirla con Foucault, all’arte dell’indocilità ragionata e della disobbedienza ragionata potrà vivere in modo autonomo e libero, contribuendo alla democrazia del proprio paese. Il volume offre, inoltre, una considerazione critica della progressiva involuzione della scuola italiana (dalla “nuova scuola” di Berlinguer a quella voluta da Berlusconi), offrendo indicazioni che analizzano criticamente alcuni momenti più significativi della sua storia contemporanea. Il libro si chiude, infine, con l’indicazione di alcuni moduli per la programmazione didattica dell’insegnamento della filosofia nella scuola italiana.