Ritmi del mondo, scale etniche e scale raramente praticate

La custodia della cultura musicale dei popoli della terra è un segno di rispetto e di amore per la musica dell’umanità. L’unione dei linguaggi di entità e gruppi sociali diversi è l’affermazione dell’evoluzione delle singole identità e al contempo della musica stessa, perché è energia figlia del ritmo dell’universo e della vita che nel suo naturale dinamismo non si ferma mai. Musiche primitive e musiche sperimentali possono diventare materia di studio per un sistema metodologico che ricerchi ‘incroci’ mai utilizzati. Sono accostamenti nuovi e particolari che ci permettono di uscire dall’orizzonte di cose già sentite e già consegnate agli archivi della storia della musica. Lingue, dialetti, opere, maestri e invenzioni popolari sono alla base di questa nuova educazione musicale: le tracce originarie sono il punto di partenza, il punto di arrivo è la ricerca di un codice comune. Questo è il motivo che mi ha spinto in questi anni a realizzare un metodo musicale “Scale rare e ritmi del mondo” che raccogliesse le mie esperienze personali e le conoscenze del passato, come sintesi di tutto questo. Le principali entità modali delle musiche del mondo sono state trasposte nel sistema temperato; quelle che una volta potevano essere definite scale rare (perché non sviluppate e praticate in tutte le possibili trasposizioni nel nostro sistema temperato) in questo metodo trovano la loro naturale trasposizione semitonale ed enarmonica mettendo a nostra disposizione la possibilità di praticare altre 67 scale oltre quelle che comunemente usiamo: ne conseguono quindi nuove possibilità melodiche e armoniche. Per i ritmi del mondo l’esperienza è simile: ritmi originari praticati dalla voce e dal tamburo, destinati a rituali e danze, vengono trasposti per batteria. C’è una possibilità di rifuggire dalla tentazione di una colonizzazione culturale ed entrare in un ‘nuovo’ sistema di comunicazione che è figlio di una contaminazione cosciente e creativa. Il metodo didattico che ho positi- vamente sperimentato è quello di fare interagire la sezione melodica e quella ritmica combinando liberamente scale e ritmi, usandoli come base per moduli creativi presi a prestito da quel bagaglio personale che ogni musicista possiede e che è costituito da un mix di esperienze di vita e di fantasia creativa. Un metodo utilizzabile in tutti i generi musicali per superare ed evolvere la forma stessa di partenza.