Le storie di Abu

Sei fiabe di una tradizione antica e saggia, che hanno affascinato generazioni di bambini. Caratterizzazioni semplici, che si servono spesso di dettagli divertenti (come l’avaro che colloca la pentola appesa al soffitto, in modo che il cibo che contiene, così lontano dal fuoco, non cuocia mai e l’ospite si stanchi e se ne vada senza aver mangiato). È una società semplice quella che questi racconti ci mostrano, divisa tra “giusti” e “ingiusti”: questi ultimi sono sempre puniti e pagano il fio, e spesso capiscono e si pentono delle proprie colpe, diventando a loro volta buoni e giusti. La punizione, sempre esemplare, in genere non è efferata, e contiene sempre una buona dose di ironia, un piccolo contrappasso che all’interno della storia fa riflettere chi la subisce, e fuori della storia insegna qualcosa a chi la legge. Un piccolo universo di personaggi che a loro volta raccontano ai nostri bambini di una cultura diversa ma in cui in fondo è molto facile riconoscersi. Per insegnare loro che le differenze non sono un ostacolo. Le formule tradizionali di chiusura, e a volte di apertura, di ogni favola ci rimandano a un tempo in cui raccontare era un rito collettivo speciale e quotidiano allo stesso tempo, e una sola persona, spesso un anziano, poteva intrattenere per ore una moltitudine di bambini soltanto con il potere della parola. Un incanto che gli adulti di oggi hanno conosciuto, ma che sempre più raramente sono in grado di continuare a esercitare. Testo in due lingue (italiano e arabo)