Trilogia napoletana.

I racconti di Giuseppe Ruffo restituiscono una narrazione della città di Napoli che possiamo traslare a qualsiasi altra metropoli. L’autore, attraversando la città con lentezza, cambiando passo, riesce a cogliere le sfumature che altrimenti si perderebbero nell’incedere frenetico e superficiale del quotidiano e costringe anche noi lettori a rallentare. Nella prima parte della Trilogia Ruffo ci descrive uomini che arrivano da lontano, storie scure. I racconti sono il tentativo di rispondere ad alcune domande che si pone: gli immigrati sono contenti di vivere nella nostra città? Cosa pensano di noi? E di Napoli? “Lì lavorava Mario. Il vero nome era Morathi, che significa “bambino che da grande sarà un uomo saggio”. Non si conosce la sua provenienza, ma sappiamo che Morathi era stato un bambino soldato. (…) Nessuno mai si chiedeva da dove venisse, che storia avesse…”. Nella seconda parte una scrittura viscerale, dal basso, che restituisce l’humus di un’epoca, quella del post-terremoto del 23 novembre 1980. “Le strutture in tubi Innocenti erano un ottimo riparo per i tossicodipendenti dell’epoca, un punto perfetto per bucarsi. (…) In quei vicoli angusti e segmentati era difficile anche farci entrare una semplice autoambulanza” Nella terza parte l’autore in chiave fantascientifica, grottesca, racconta la Napoli dei luoghi comuni.“Le mozzarelle umane avevano sviluppato un gene malvagio. (…) Questi esseri furiosi, immondi, disumani, falcidiavano chiunque gli capitasse a tiro”. L’autore : Giuseppe Ruffo e' un curatore indipendente d'arte contemporanea, fondatore del progetto Art Turm e GR contemporary Art. Ha organizzato mostre in diverse città del mondo: Berlino, Napoli, New York e Seul. Ha pubblicato per Tullio Pironti Editore: Una città' Invisibile (2021).