Fenomenologie anomale e nuova fisica

Fu con Parmenide che l’uomo di scienza (intesa come conoscenza olistica), tentò di teorizzare la visione di un “cosmo” le cui radici affondassero nella identificazione monistica dell’”essere” e del “pensare”. Tale approccio epistemologico diede vita a molteplici sistemi interpretativi della “realtà”: dal Platonismo allo Gnosticismo, dalla Scolastica alle Cosmologie Rinascimentali, dal Monadismo di Leibnitz al Positivismo Comptiano fino alle attuali teorie olistiche derivate dalla “nuova fisica”. Quasi tutti questi sistemi epistemici hanno posto in rilievo non solo l’interdipendenza e complementarietà delle varie branche del sapere, ma fondamentalmente il ruolo di “osservatore” assunto dall’uomo con le sue specifiche categorie mentali. Un ruolo, come afferma l’Autore di questo saggio, troppo ignorato nell’attuale “frammentarismo” del “sapere” del nostro tempo, troppo attento alla “mera” ricerca del particolare piuttosto che alla visione sferica della “conoscenza” globale. È qui che le nuove frontiere della fisica, della cibernetica e della psicologia possono, con i loro sconcertanti e a volte paradossali “paradigmi” riproporre l’idea forte di una comune escatologia della scienza e della filosofia, di un nuovo ruolo della coscienza umana nel rapporto con la natura e con il cosmo, rivalutando e giustificando così oltre gli studi del “normale” psicologico anche quelli dell’”anormale” psicologico e “paranormale”.