GLI SCALDABANCHI

....accennando al maestro, si tira in ballo quelli che nel libro sono il necessario complemento degli scaldabanchi: gli insegnanti. Non sono concepibili i primi senza i secondi, e se i primi hanno la pellaccia dura ed ardiscono spesso oltre misura, i secondi, o almeno alcuni tra essi, non lesinano ai loro alunni sarcastici giudizi ed appellativi umilianti. ...ai nostri giorni, caratterizzati dal benessere e dal permissivismo,la figura dello scaldabanchi così concepita non esiste quasi più, sebbene siano sempre numerosi gli svogliati e i demotivati. Bisogna però convenire che, con tutte le sue magagne, la scuola oggi manifesta un maggior rispetto per la personalità degli studenti. Lo stesso autore d’altronde, in un sussulto d’orgoglio (egli che annovera anche se stesso fra gli scaldabanchi) dirà ad un certo punto che quella "marmaglia" era pur sempre il meglio di "una società decorosamente povera", la quale credeva nella scuola come strumento di riscatto dalla povertà e dall’ignoranza. (dall'introduzione di Pasquale Scarpati) Ambientato negli anni Trenta, questo divertentissimo e intelligente "diario" è un autentcio atto di amore nei confronti dell'insegnamento, dedicato non tanto ai primi della classe piuttosto agli "scaldabanchi" senza i quali la scuola sarebbe decisamente più noiosa.