Malinconia e allegrezza nel Rinascimento

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E noto come la concezione antropocentrica diffusa nel '400 tenda a rivalutare l'individuo come magnum miraculum", secondo quanto afferma Pico. Il "novello Adamo" è in grado di decidere autonomamente della propria vita e può percepire Tharmonia mundi" nella quale è inserito. Ne conseguono due atteggiamenti assai diffusi e tipici dell'epoca: da un lato la gioia, il godimento della vita percepita nella sua bellezza e nella sua pienezza, come affermazione delle capacità intellettuali e pratiche dell'uomo. Dall'altro la malinconia considerata come consapevolezza della caducità della vita, nell'eterno divenire delle cose e, quindi, identificabile nel comportamento tipico dei "figli di Saturno", come afferma il Ficino, cioè del sapiente e dell' uomo di genio che si vedono incapaci di operare per la limitatezza intrinseca alla natura umana. Nel presente volume sono raccolti vari interventi che analizzano "malinconia ed allegrezza" in diverse opere poetiche, letterarie, filosofiche, mediche ed artistiche dei secc. XV e XVI al fine di dare un quadro abbastanza esauriente di atteggiamenti ed affermazioni che, proprio perché incentrati sul dualismo insito nell'uomo tra l'affermazione di sé e il dubbio di sé, hanno avuto larga eco anche nelle epoche successive.
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Titolo Malinconia e allegrezza nel Rinascimento
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Autore Rotondi Secchi Tarugi L.
ISBN 9788885075382
Editore Nuovi Orizzonti
Pagine/durata 576
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