Poesia in amore

La più bella poesia è quella che ancora dev’essere scritta. Quella che ancora non abbiamo letto. Poesia dopo poesia cerchiamo la nostra, quella che più ci somiglia, quella che nei diversi passaggi della vita descriva esattamente ciò che stiamo vivendo. Questo è quanto mai vero per la poesia d’amore, quella che ha per oggetto il più sfruttato ma il più ineffabile dei sentimenti. In ognuna cerchiamo la parola esatta, la strofa perfetta e poi capita di imbattersi improvvisamente in un deragliamento, nell’attesa disattesa di un verso che proprio non lega con la nostra esperienza. Quel poeta non siamo noi. Quella poesia non è la nostra. Ecco perché una poesia sola non sempre basta. È necessario un intero canzoniere per trovare soddisfazione. Attraverso i secoli abbiamo scelto le poesie che abbiamo preferito, quelle meno uguali tra loro, così da riempire, per quanto possibile, le tante sfumature dell’unico rosso colore, quello dell’amore. Le abbiamo poi interpretate in tre grandi momenti. Abbiamo salito le scale della passione, lottato con le fatiche del tormento e pianto l’inconsolabile lontananza della separazione, siderale o di temporanea assenza. È la voce maschile a prevalere, non per bellezza ma per eredità. Da sempre il poeta ha cantato la femmina, l’amore per lei, e lo ha lasciato come testimonianza. Segreta è invece la storia delle donne. Segretamente hanno raccontato il loro amore, almeno fino al secolo scorso, ma quando ce n’è giunta testimonianza si sono toccati risultati, a nostro avviso, eccezionali. Accanto ai nomi più conosciuti quali Pascoli, Petrarca, Ariosto, Shakespeare, Gozzano, ne spiccano alcuni meno noti ma non di minor valore. Curiosa una poesia di Michelangelo e particolari quelle di Ciro di Pers che dopo aver speso un intero canzoniere, tra i più significativi del Seicento, per cantare la sua bella Nicea, rifiutato dai genitori di lei, si arruolò nell’Ordine Gerosolimitano dei Cavalieri di Malta.