RAPPORTO CEFALONIA

Gli uomini della Divisione Acqui

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È dal 2001 che su Cefalonia si abbatte ininterrotta una cortina fumogena di iniziative. Mostre, prolusioni nelle scuole, commemorazioni dei caduti della divisione Acqui, torrenti di retorica a rischiare di rompere gli argini del buonsenso fino a sfiorare il ridicolo, incomprensibili prese di posizione verso chi dissente dalle scarne ricostruzioni ufficiali, opuscoli dove si sfoga una malcelata e immoderata brama di protagonismo, personalità e associazioni di sinistra che s’industriano a dar lustro a chi di Cefalonia ha posto in atto un esproprio proletario per raccontarla come gli pare, percorsi della memoria dove ai turisti vengono servite le bellurie di un vagheggiato eroismo, band di musicisti che vorrebbero farci disperare dall’alba al tramonto per una resistenza immaginata e per un eccidio di massa mai avvenuto. E i fatti? Beh, quelli son trattati con una certa discrezione. Cosicché, l’operazione cortina sèguita a primeggiare pressoché incontrastata. E con l’avallo delle Istituzioni, Forze Armate comprese. Al punto da far parere eroe chi collaborò col tedesco per un anno intero. E traditore chi a Cefalonia lasciò il cuore. L’autore, al contrario, i fatti li racconta fin nel dettaglio e con la polemica che si conviene, fidando nell’esigenza del lettore che volesse conoscerli. Nella prima parte del libro vengono confutati i vecchi e nuovi rifacimenti e le interpretazioni che gravitano intorno alla vicenda, allo scopo di rendere l’onore dovuto ai pochissimi militari che fecero il proprio dovere fino in fondo. A partire dal generale Antonio Gandin, comandante la Acqui e Medaglia d’Oro. Nella seconda, della vicenda è ricostruita l’evoluzione sulla base dei documenti ufficiali, ma soprattutto delle dichiarazioni dei protagonisti che l’autore ha incontrato nell’arco di tre anni. Tra questi, Amos Pampaloni che all’autore ha rilasciato la sua ultima testimonianza, sconfessando i rivoltosi come Renzo Apollonio e riconoscendo i propri errori in quanto rivoltoso egli stesso. Saverio Perrone, Carlo Santoro, Olinto Perosa, Bruno Bertoldi, Vincenzo Fontanella, Vittorio Micheloni e moltissimi altri militari in forza alla Acqui, poi, hanno fatto giustizia delle molte balle relative al cosiddetto referendum tra i soldati e ai collaborazionisti di Apollonio, che dopo la guerra vantarono inesistenti atti di sabotaggio contro i tedeschi. L’autore rivolge il giusto omaggio a Massimo Filippini, pioniere dell’operazione verità, che gran parte delle nebbie su Cefalonia ha diradato sin dal 1998.
Informazioni aggiuntive
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Titolo RAPPORTO CEFALONIA
Sottotitolo Gli uomini della Divisione Acqui
Autore Gianfranco Ianni
ISBN 9788874977277
Editore Solfanelli
Pagine/durata 528
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