Anime anfibie

Intorno a questi versi, scritti nella temperie compositiva di que-sta raccolta, si innesca il senso profondo del motivo che la so-stiene, vale a dire il suono della poesia. L'oratorio Anime anfibie che dà il titolo all'intera silloge è il terminale di un percorso inaugurato con l'operina Li farfalle de ghiaccio scritta e allestita nel 2017. Dunque è il suono che tiene insieme la raccolta, una sonorità dolente e sommessa chiamata a cantare la solitudine smarrita di anime disperse, quali i naufraghi di Anime e gli sperduti de Li farfalle. Un rapporto uomo/natura dove quest'ultima sembra dialogare con un io che vi si immerge anche al di là della sua volontà; non a caso chiude il volume una sezione che ho volutd intitolare Il mio teatro, una piccola nota di sensibilità estetica accompagnata da un monologo e alcuni dialoghi tutti composti nel periodo che va tra i due testi teatrali. Un monologo e dialoghi tutti 'danzanti' alle soglie di una percezione estrema, una strenua sensibilità all'ascolto. Ecco, l'ascolto. Da qui nascono le voci degli affogati risorti in forma di plancton lucente o le voci che nel vento cantano nel gelo di una notte di ghiaccio. Le voci, ecco, è questa un'indicazione di una coralità plurale che attraversa l'intera raccolta anche quando l'io lirico vi si introduce di soppiatto riconoscendosi, forse, parte di un tutto. Il teatro, il senso dell'assemblea, una storia che prende oltre cinquanta anni di vita per chi scrive, un teatro in versi per versi (dove per riacquista il senso dell'attraversamento) a ché il corpo che canta si incarni per vivere l'avventura di una vita altra su di una scena immaginata ai bordi.