L’erba corre quando vuole

Cosa succede se una giornalista di moda milanese si innamora di un pezzo di paesaggio? Tutto inizia con l’acquisto di un grande terreno bello e selvaggio, che poco alla volta, con fatica e passione, diventa un giardino, un punto di ritrovo per persone e animali, uno spazio aperto a tutti. Poi la decisione di intraprendere gli studi di botanica, i successi (e i tanti insuccessi), gli esperimenti, la danza col decespugliatore tra i fili d’erba per poter vedere finalmente quel mare che diventa il punto focale di una vita scandita dalle stagioni in giardino. Giardino nel quale la sera ci si ripara nella grotta, aspettando di conoscere il menù ispirato da orto e bosco di chef Marc, il compagno francese che ascolta senza parlare, cucina senza coltivare, resta sempre in casa senza il bisogno di esplorare l’enorme pezzo di montagna che è diventato anche suo. E di conoscere il fitto intreccio di storie di tutti quei personaggi (vegetali, animali, umani) che popolano la montagna e il paesaggio. Il racconto si snoda durante la “prima primavera”: quella del virus che ha regalato un’intera stagione di isolamento in quel posto che diventa casa. Quella casa da dove, forse, non ci si allontanerà più troppo.