Colori e Kabbalah

"Colori e Kabbalah" è un mazzo di 52 carte creato per esplorare le Sephirot, i Colori tradotti in ebraico e le lettere di questo magico alfabeto. Accompagnate da un manuale di 168 pagine che ti insegnerà come utilizzarle al meglio, queste carte lavorano sul piano relativo alla conoscenza di Sé e all'acquisizione di Consapevolezza. Questo mazzo, creato Samya Ilaria Di Donato e Salvatore Sealiah Marinò, è l'unione di antiche conoscenze quali: le 22 lettere ebraiche; le Sephirot (emanazioni dell'Albero della Vita); la Ghimatria (la numerologia cabalistica). Un altro punto forte di questo mazzo sono i Colori. Questi hanno il potere di interagire con le emozioni degli esseri umani. Ogni persona ha un suo colore preferito e ha un colore aurico, ossia relativo all'uovo energetico che si crea intorno al corpo. Le traduzioni dei principali colori diventano un potente "strumento" per comprendere i messaggi che ci arrivano dall'Universo, conoscere le lezioni che l'anima è venuta ad apprendere e poter evolvere. Le immagini, i numeri e le traduzioni in ebraico ti faranno quindi immergere nel modo della Kabbalah con semplicità. Intuitive e dense di simbolismo, le carte ti aiutano a contemplare i misteri della vita, elargendoti profonde lezioni spirituali e sciogliendo nodi importanti. I loro simboli ti permettono di ritrovare la forza che è in te e di conoscerti sempre di più, imparando a utilizzare il mazzo con finalità meditativa, ma non solo, anche per le domande che ti stanno più a cuore. Il mazzo "Colori e Kabbalah" predispone il tuo spirito a profonde riflessioni e meditazioni, mentre i suoi simboli lavorano su di te, aiutandoti a trovare la tua forza interiore e il tuo potere personale. Queste carte però non sono state ideate per tentare di indovinare il futuro, ma sono uno strumento elevato per acquisire Consapevolezza e per aumentare la Conoscenza di Sé. "Ti auguro di usare consapevolmente questo mazzo, ricevere messaggi importanti per te e crescere in amore e conoscenza." Samya Con le illustrazioni di Elena Giuriato